giovedì 8 dicembre 2011

Parentesi Settembrina. Gran Final 2

Ritorno alla normalità
Ritorno a guidare, ritorno a lavorare, ritorno a fare tutte le cose che facevo, sempre piano,piano, con moderazione con pause, senza fretta. I dolorini ci sono ancora, vanno e vengono, alla sera sono molto stanca, ma va bene.
Chiudo la Parentesi Settembrina prima con un interessante testo di un giornalista francese che parla del futuro, letto su Wired, e poi con Shakespeare con cui ho concluso le letture forzate - e sante e benedette-.
Naturalmente in chiusura devo ringraziare le persone che mi sono state vicine Alberto ed Enrica in particolare che mi hanno assistito, confortato, coccolato.




......the cloud-capp’d, the gorgeous palace,
the solemn temples, the great globe itself,
Yea all wich in earit shall dissolve,
and like this insubstantial pageant faled,
leave not a rack behind. We are such stuff,
as dreams are made on; and our little life
is rounded with a sleep.....
.....

W Shakespeare The Tempest



mercoledì 7 dicembre 2011

Parentesi Settembrina. Gran final 1



84 giorni fotografati ogni mattina dal letto.


Nel sistema dell’universo, il futuro è opaco e imprevedibile. è il suo ruolo. è la sua vocazione. Il trionfo del cristianesimo, la conquista araba settecento anni dopo, lo sviluppo del Sacro Romano Impero, l’ascesa di Stalin e Hitler, la caduta del muro di Berlino erano imprevedibili
- e del resto imprevisti. Molto prima degli uomini e retrospettivamente, la nascita del sistema solare e lo sbocciare della vita avevano delle infime probabilità di prodursi ed erano imprevedibili.
Da sempre, la ragione degli uomini ha cercato di superare questa barriera di opacità e di prevedere il futuro. Hanno dapprima sperato ogni giorno, nella paura e nel terrore, che il Sole brillasse domattina come aveva brillato oggi. Niente era sicuro. E niente era oggetto di altretanti auguri e preghiere. Molti uomini sono morti di morte violenta per ottenere dagli onnipotenti la grazia di vedere il Sole brillare di nuovo. Più tardi, i calendari, i progetti, gli orari, le mappe, i budget, i piani hanno tentato di addomesticare un futuro ribelle e sempre più incerto. Il più delle volte, l’attesa l’attesa degli uomini è stata elusa e la loro volonrtà scontentata. Il futuro, che nessuno sa dove si trovi, è, secondo la formula di Omero, “sulle ginocchia degli dei”. Non è da nessuna parte e non manca mai di arrivare. Ricco di un’infinità di possibili che non smettono di ridursi via via che si avvicina al presente, il futuro rotola su di noi con una crudele ostinazione. All’inizio simile al presente con il quale si preoccupa di essere sempre compatibile, eppure già estraneo prima di diventare radicalmente diverso da tutto ciò che abbiamo potuto conoscere in precedenza, il futuro è la sorpresa stessa, l’inatteso sempre atteso e una sorta di stupore che non tarda mai molto a modificarsi in evidenza.

Da Che cosa strana il mondo di Jean D’Ormesson

lunedì 28 novembre 2011

parentesi settembrina. Diario di una convalescenza 5° parte

Lunedì 28 novembre, molto melio. 
Osteopata


Ed eccomi qua, nuovamente in piedi, quasi completamente riavviata alla normalità.
Oggi vado dall’osteopata che mi sta aiutando in questa fase finale. Mi ha messo a dieta, mi ha tolto carboidrati e latticini e carne rossa ( ma và???). A pranzo posso mangiare verdurine cotte, riso, solo pasta e pane di kamut e carni bianche e a cena preferibilmente solo verdure crude e 2 o 3 noci. Bene, sono ligia e mi attengo scrupolosamente alla dieta. E faccio anche gli esercizi che mi ha consigliato: a carponi inarco la schiena mentre respiro e poi lascio andare l’aria e tiro giù la schiena; da sdraiata tiro su un ginocchio lo piego esternamente e faccio scivolare la gamba contro l’altra; da seduta sul tavolo con le gambe a penzoloni,la schiena ricurva e le mani dietro con le palme in sù, tiro su solo il collo e una gamba per volta; da seduta, su uno sgabello, ricurva mi srotolo cominciando dalla base della schiena e sù fino al collo; in piedi appoggio una gamba sul tavolo e mi ci piego sopra ,piano, piano, sempre respirando e espirando. Difficile da spiegare in parole.
Comincio a stare seduta senza troppo fastidio e cerco di camminare un po’ ogni giorno.
Perché la dieta? Perché è tutto collegato e siccome il mio apparato digerente è sensibile e soffre dell’acidità di alcuni cibi, irrita il peritoneo il quale a sua volta irrita il muscolo che affianca o avvolge - non lo so- i dischi vertebrali. Qualcosa del genere,insomma. 





parentesi nella parentesi settembrina


Intanto si è fatto il 19 novembre


Elogio al Principe


Oggi ho saputo che Prince Faster non trasmetterà più da Radio Rock. Era già da un po’ che non lo sentivo, perché a casa non mi ricordo mai di accendere la radio, mentre in macchina la radio è sempre accesa: alle 8,30 o alle 9 rai tre, se capita il pomeriggio rai tre, ma dalle 18 in poi se c’è Prince è RR. Ma non in quanto Radio Rock, ma solo ed esclusivamente per Prince Faster. Questo signore non solo è capace di parlare il linguaggio radiofonico -che molti nella stessa radio non conoscono o non sono in grado di parlare-  dicevo non solo è piacevolmente ascoltabile, ma soprattutto è un grande dispensatore di GRANDE MUSICA. Grazie a lui ho scoperto cose che non conoscevo e riascoltato brani e artisti che magari avevo dimenticato o non sentivo da tempo. Raramente “suonava” cose a me non gradite (giusto un po’ di metallo pesante, ecco i quel caso non lo ascoltavo). Ora sapere che non ci sarà più la sua trasmissione è veramente triste: la sua musica, i suoi consigli sulle novità, le play list...ma anche i suoi interessantissimi contatti al parlamento, il parere dell’economista e l’esperto di vini.
Salire in macchina, la sera dopo il lavoro, e ascoltare un brano che  appariva da un lontano passato (così improvvisamente Selling england by the pound, oppure un Chick Corea malinconico, o una deliziosa Grace Slick o un tormentato blues dei Led Zeppelin) mi faceva sorridere e mi faceva pensare che fosse stato proprio scelto per me. 
briiiividi...briividiiii
E in nome di questi brividi, caro Prince, non posso pensare che non ci sia una radio pronta ad ospitarti. Nel curriculum puoi scrivere che hai tantissimi fan, basta guardare i post nel tuo blog.
A presto, dunque.


lunedì 14 novembre 2011

Parentesi settembrina. Diario di una convalescenza 4°parte


I pollici doloranti

Allora, qualche giorno fa facevo l’appello dei vari doloretti:

attaccatura della coscia                 presente
retro coscia                                      presente
retro polpaccio                               assente
caviglia                                           presente
gluteo                                              pochino
L5 S1                                               pochino
pollici                                             presente

“Pollici?????? Come è possibile che mi facciano male i pollici?”
La risposta è arrivata il pomeriggio del giorno dopo, quando, mentre stavo leggendo a letto -naturalmente-, ho realizzato che anche il secondo libro di Jonathan Franzen ha 600 pagine, per lesattezza 622. E 600 + 622 fanno 1222. E quindi i miei pollici hanno sostenuto 1222 pagine,praticamente consecutive,al ritmo di 100/200 al giorno.
Ecco spiegato il mistero dei pollici doloranti.


Gioie dell’immobilità forzata

Sono le 18,30 sto leggendo da 4 ore e guardo fuori il vento negli alberi.
Il tempo (ore, minuti, secondi) ha assunto un altro significato.




GROUND CONTROL TO MAJOR TOM
...ma no in effetti è stata sicuramente la rilettura del fantastico -Il maggiore fatale- di Moebius a farmi venire voglia di disegnare questa cosa.
il tipo, che poi sarei io dice, riferendosi alla sua ernia (con cui è in contatto tramite quel dispositivo che ha in mano, mentre l'ernia è a bordo di un disco intervertebrale):

Questo duraturo interesse per la mia persona mi sorpende davvero.





The amen of calm waters
Lunedì 14 novembre
Mi aggiro un po’ per casa. Da una settimana, anzi 10 giorni riesco a preparare da mangiare. Cucino cose semplici, facendo molte pause.
Mi hanno detto che devo camminare, pochi minuti tutti i giorni, quindi faccio 2 minuti di passeggiata sulla stradina davanti a casa. Poi rientro e metto a cuocere le patate per il puré. Aspetto che si cuociano e mi siedo in poltrona con Wired. Oggi ho disegnato molto, stando a letto naturalmente, ho lavorato un po’ per l’agenzia, stando a letto naturalmente, ho parlato al telefono, stando a letto naturalmente, e adesso faccio il puré stando i piedi.
Passo le patate  e le faccio andare con latte e burro e sento che mi devo assolutamente andare a sdraiare. Il dolore comincia timido all’attaccatura della coscia, poi si aggrappa e si irradia verso la schiena, con simpatiche fitte alla caviglia. Spengo il fornello e vado in camera e mi sdraio sul letto.




Un posto davvero sicuro, penso.


 ANCORA GIOCHETTI ,MA NON ANCORA FINITO


lunedì 7 novembre 2011

Parentesi settembrina. Diario di una convalescenza 3° parte

Giovedì 13 ottobre
Sono alla fine della 6° settimana: 6° settimana a casa e 6° settimana quasi sempre a letto con qualche momento di svago in poltrona. Un po’ di miglioramenti: ho smesso di prendere le gocce codeiniche per dormire e riesco a farlo anche se mi sveglio ogni volta che mi giro. Dormo con 2 cuscini sotto le gambe quindi quando mi giro mi sveglio sposto i cuscini, poi cerco di riaddormentarmi. Secondo migliormento: quando sto in piedi riesco a stare dritta e non più piegata in avanti e cammino meglio. Ma quando sto in piedi, dopo poco, sento una fitta dietro alla coscia, o alla base del gluteo, o a volte dietro al ginocchio o nel polpaccio; altre volte tutte le possibili fonti di dolore insieme, democraticamente. Insomma la bestia è sempre lì attaccata. Mi sento meglio, mi innervosisco meno, ma non sapere quando finirà è pittosto faticoso e deprimente. La cosa che mi abbatte di più, però, è l’impressione di perdere tempo: allora mi organizzo per portare avanti uno dei mille progetti che ho in mente, ma lavorare sul letto è difficile e snervante. A volte nel bel mezzo di una spinta creativa, quando magari ho trovato la giusta combinazione di colore o l’idea che cercavo per visualizzare un racconto, mi accorgo che sdraiata a letto non riesco a dipingere o a disegnare o mi dovrei alzare per l’ennesima volta a prendere questo o quello. Bhè in quei momenti l’impulso di sbattere tutto per terra è forte. Allora mi fermo e aspetto che passi quel minuto o quell’ora, che a volte è quasi lo stesso.

Giochetti



8° settimana più 1 giorno

Gli alberi del bosco agitano le chiome al vento
Si sbracciano per farsi notare dal cielo.

Da qui a lì: 2 minuti e mezzo
la nuvoletta di destra ci ha messo 2 minuti e mezzo per uscire dalla mia visuale.
C’è vento in quota?


domenica 6 novembre 2011

Parentesi settembrina. Diario di una convalescenza 2° parte

Leggo

Zoo col semaforo - Daniele Piccirillo
L’insostenibile leggerezza dell’essere - Milan Kundera
L’ordine naturale delle cose - Antonio Lobo Antunes
Sunset Park - Paul Auster
L’analfabeta - Agota Kristof
Dove sei Mathias - Agota Kristof
Piero della Francesca
Romeo e giulietta - Shakespeare 
Il dio del massacro -Yasmina Reza
La manomissione delle parole - Gianrico Carofiglio
8 Racconti fantastici Akutagawa Ryunosuke
Consigli di un discepolo di Jim Morrison a un fanatico di Joyce - Bolano/Porta
Le correzioni - Jonathan Franzen
Libertà - Jonathan Franzen







Agopuntura
Il Dott. Zang è cinese, cinese del centro della Cina,
un posto tipo Ziang Chiang, Chiang Ziang. Vive a Loma da 10 anni, parla italiano con un forte accento cinese. Mi visita: mi tocca la gamba, il piede, la schiena: -Sì- dice un Sì molto secco e corto -mooolto infiammato ancola, 5 settimane TANTO TEMPO. Provare agopuntula. Mi punzecchia, schiena, gluteo, gamba e mano. Tic, tic, tic...non sento quasi niente, ma lui gira l’ago: -sentile, sì, Ora male, no?- Gli aghi devono stare mezzora. Quindi facciamo conversazione. -Qui sta tutta familia?- -Sì, cioè io, mia figlia e mio marito- -Glande casa e poi gialdino, glande. Ma qui molto campagna, città lontano. Un po’ città melio-. Dopo gli aghi mi mette dei cerotti cinesi alle erbe. Hanno un odore fortissimo e sono in buste colorate molto cinesi. Il Dott. Zang parla di tutto, anche di Bellusconi, hi hi.
Dalla seconda seduta chiede sempre: -Un po’ melio,sì? un po’ male ma un po’ melio, schiena dlitta, melio-.
Pasiensa ci vuole un po’.


60 ogni volta senza fattura. Speliamo melio.






Distrazioni



martedì 25 ottobre 2011

parentesi settembrina:diario di una lunghissima convalescenza 1°parte


Comincio a postare le pagine del libretto che sto preparando qui dal mio e sul mio letto.
alcune cose sono ancora incomplete, ma rende l'idea di cosa sto passando.
Il libretto è formato da pagine spalmate di colore a olio bianco, su cui ho disegnato con pennarello, applicato testi stampati e rilavorati  e dipinto con colori a olio.
Faccio una modifica per fare vedere meglio le illustrazioni.
Il libretto vero nella versione cartacea, verrà pubblicato alla fine (???!!!)
e adesso sostiuico alcune pag del libretto  solo con i disegni oppure li aggiungo.


Parentesi settembrina


RM colonna lombo-sacrale
n° accettazione EST/2011/20805 data esame 05/09/2011
Esame condotto mediante sequenze FSE, secondo piani sagittali, assiali e coronali, in condizione di base.
Nelle immagini T2 dipendenti si osservano alterazioni di segnale dei dischi intersomatici L4-5 e L5-S1 per fenomeni degenerativi. A livello L4-5 si apprezza una protusione discale posteriore ad ampio raggio, priva di significativa impronta sul sacco durale.  A livello L5-S1 è presente una voluminosa ernia discale in sede paramediana sinistra, che oblitera parzialmente l’aditus foraminale, comprimendo e dislocando posteriormente la radice corrispondente, che appare tumefatta. Non si rilevano ulteriori ernie discali. I metametri ossei del tratto esaminato sono normo-allineati e di altezza conservata. Si segnala soltanto la presenza di un angioma somatico di L5. Regolare l’aspetto del cono midollare situato in L1.In via collaterale si segnala la presenza di due formazioni cistiche contigue in sede assiale dx, di verosimile natura funzionale.Utile valutazione ecografica mirata.


DOLORE







DOVE? Qui, Qui, Qui,,,,,


NON POSSO
Non posso alzarmi tranquillamente o non posso traquillamente alzarmi così: HOP! non posso. Se proprio devo ci devo pensare:”ecco, ora mi alzo” mi giro sul fianco destro,mi tiro su, metto giù i piedi....piano, piano mi alzo tenendo il busto in avanti. Una volta alzata non posso stare in piedi per più di 7,8 minuti, a volte anche meno. Quindi non posso muovermi, uscire, camminare, andare in macchina. Non posso fare una lunga doccia, solo veloci, veloci ma piano, piano, anche lo shampoo, sempre piegata un pò in avanti. Non riesco a stare seduta bene sulla tazza del gabinetto mi fa male appoggiare la gamba: ho provato le  tavolette dei due bagni, forse una è meno peggio dell’altra. Non posso cucinare, scegliere quello che vorrei mangiare e prepararmelo.Non posso vestirmi con qualsiasi cosa, la pelle, sensibilissima, rifiuta le stoffe rigide o non perfettamente lisce. Non posso andare in giardino a godermi il bel sole caldo; qui nella stanza anche se luminosa e ben esposta ho quasi sempre freddo. Non posso stare molto semisdraiata in poltrona, magari a guardarmi un film, nemmeno sul divano perché è troppo molle o troppo duro dopo che Alb ci ha messo due tavole sotto i cuscini per non farmi sprofondare.





PASSATEMPI 1
Posso stare per lunghissimi minuti sdraiata su un fianco, nella posizione di massimo riposo per la schiena, a guardare fuori dalla finestra fissando la pianta verde e bellissima, la canfora, che luccica sotto il sole all’ora di pranzo e si riempie di cinguettii e frulli d’ali nel tardo pomeriggio.
Posso stare per lunghissimi minuti a fissare il vento, fuori dalla finestra, muovere le chiome degli alberi.
Posso stare per lunghissimi minuti a vedere chi passa nel cielo: un aereo che va, uno che gira, uccelli che sfrecciano, altri che volano con leggere battute d’ali.
Posso stare per lunghissimi minuti sdraiata sul fianco con l’orecchio appoggiato sul letto a tamburellare, con le dita sul materasso, motivi che sembrano danze degli indiani siux.
Poi delle volte mi assopisco.






PASSATEMPI 2
Posso stare per lunghissimi minuti a contare i rettangoli che compongono il portaoggetti appeso al muro.


PASSATEMPI 3
Posso stare per lunghissimi minuti ad indovinare i libri letti che sono appoggiati sul cassettone.





VOGLIA DI FARE LE COSE 1
Allora, comincio a preparare le basi per i 2 libretti che voglio fare. Mi alzo dal letto piano, piano vado nello studiolo prendo fogli, colori a olio bianco, rosso, giallo, blu. Straccetto e base di cartone rigido per appoggiarmi. Torno in camera, mi metto sul letto e comincio a spalmare il colore sul foglio per ottenere una base omogenea su cui, una volta asciutta, poter lavorare. Sarebbe meglio farlo con i guanti, ma non ne ho. Mi servirebbe dello scottex, ma non mi posso alzare di nuovo. Sporco il copriletto, il tavolino, il golfino e i pantaloni. La stesura del colore viene uno schifo. Semisdraiata mi viene male all’osso sacro e al gomito. Basta. Ho le mani tutte bianche. Mi arrendo. Respiro, aspetto 10 minuti poi rimetto tutto al posto.
Quando cammino (!!!!) mi sembra di essere la lumaca di pinocchio.



VOGLIA DI FARE LE COSE 2
Oggi provo stando seduta/sdraiata sulla poltrona.
Mi prendo - sempre piano, piano - una scatola e ci metto dentro la bottiglietta dell’olio di lino, l’olietto diluente, il bianco. Mi faccio portare la cesta con i fogli.
Su un tavolinetto metto la scatola con l’olio e il colore su una sedia i fogli. Ho dimenicato lo straccetto, provo a spalmare il colore con un pezzo di scottex. Viene uno schifo. Mi alzo ahia, ahia, vado - piano, piano - a prendere un pennello. Torno, mi siedo, ma per aprire il poggia gambe sotto la potrona devo rialzarmi e spostare il tavolino e la sedia. Sono esausta, ma ci riprovo. Mi sistemo, prendo il colore; il pennello che ho preso è grosso e non entra nella bottiglietta del diluente. Allora verso un po’ di olietto, la bottiglietta gocciola, mi sporco i pantaloni, la maglia e la sedia, ma con il pennello riesco ad ottenere l’effetto che voglio. Faccio il primo foglio, poi il secodo, il terzo e via fino all’ultimo, poi li giro e li coloro anche dietro. Ho sporcato tutto, ma questa volta almeno ho i guanti, e i fogli sono venuti abbastanza bene. Mentre mi sbrigo a finire l’ultimo, perché la posizione che ho assunto adesso non è molto corretta, penso:
ma se facessi tutto il giorno la settimana enigmistica, faticherei di meno, no?







venerdì 14 ottobre 2011

ernia del disco

6° settimana a letto/poltrona/pochissimo in piedi
il mio punto di vista

quando mi alzo mi sento così

quando sto a letto (95% della giornata) cerco di fare qualcosa

strumenti di lavoro

copertina del diario: Parentesi settembrina, diario di una convalescenza
RIFLESSIONI

mercoledì 3 agosto 2011

The amen of calm waters …'

oggi, veramente è stato giovedì scorso, ho scoperto Derek Walcott.
questa sera, questa sera veramente, corro da feltrinelli e mi compro Isole

A Sea-Chantey


The litany of islands,
The rosary of archipelagoes,Anguilla,
Antigua, Virgin of Guadeloupe,
And stone-white Grenada
Of sunlight and pigeons,
The amen of calm waters …'


presto un disegno

i cani -graphic novel dell'estate-





giovedì 28 luglio 2011

172 anni e non sentirli

Ripubblico una foto che avevo già messo su faccialibro:
questa foto ha 172 anni quindi è del 1833
quindi qualche anno dopo la riv francese.
In giro c'erano il Leopardi, il Mazzini, Ciro Menotti era già morto, Charles Darwin partiva per il suo viaggio e Hans Christian Andersen pubblicava il suo primo libro di  fiabe. Garibaldi partecipava ai moti di genova e poi partiva per le americhe. 27 anni dopo arrivavano i mille.
Però sembra fatta oggi e ritoccata su photoshop.

OGGI HO FATTO UNA COSA BELLA, ANCHE AL LAVORO.